Il public program della 18° Quadriennale Fantastica è Fantatalk e nasce dall’idea che “chi sa solo di arte, non sa niente di arte”. Il riferimento è alla frase del filosofo portoghese Manuel Sérgio ─ ripresa dall’allenatore José Mourinho e divenuta celebre perché da lui pronunciata in una conferenza stampa ─ secondo cui per capire davvero il calcio bisogna guardare oltre le tattiche. Allo stesso modo, per capire l’arte occorre uscire dal suo recinto autoreferenziale. Fantatalk è anche un omaggio a Luca Beatrice, ideatore di Fantastica, che ha sempre intrecciato all’arte molte altre competenze: sportive, musicali, cinematografiche. La sua visione interdisciplinare ispira l’intero progetto. Per questo, in Fantatalk non è stato invitato nessun professionista del sistema dell’arte contemporanea. Gli interlocutori arrivano da altre costellazioni culturali: architetti, filosofi, scrittori, storici, musicisti, designer, coreografi, sociologhe, sociologi. Voci che abitano l’immaginazione da prospettive diverse e che permettono di osservare l’arte con occhi nuovi. Ogni incontro parte dai temi proposti dai curatori delle sezioni della Quadriennale, presenti come compagni di dialogo. Da lì la conversazione si apre a nuove direzioni: un filosofo può trasformare un’intuizione estetica in un problema etico; un musicista può leggerla come ritmo; un architetto come spazio; un coreografo come gesto. Fantatalk vuole dimostrare che comprendere l’arte significa rimetterla in relazione con tutto ciò che è diverso da essa stessa, tangente o lontano che sia. Solo così la Quadriennale può diventare un luogo in cui discipline diverse si intrecciano, restituendo all’arte la sua natura più ampia, vitale e mondiale.