Un modo altro di essere al mondo. Carla Accardi e il femminismo - parte III



Interventi:


Lara Conte
“Un’età indefinita che non è la mia cronologia”. Carla Accardi nel contesto espositivo contemporaneo

Nel corso della sua vita Carla Accardi ha dialogato spesso con intellettuali, artisti e artiste di più giovani generazioni. In questi anni la sua ricerca ha assunto un ruolo centrale in mostre orientate a ripercorrere il rapporto tra l’arte e il femminismo nello scenario contemporaneo. Si tratta di percorsi espositivi che non hanno confinato il discorso all’indagine storiografica ma che hanno sollecitato la riflessione sulla relazione tra attualità e storia dell’arte a partire dalla dimensione della genealogia femminile, intesa come possibilità di “trovare, ritrovare, inventare” (Luce Irigaray). Il contributo si propone di partire dall’analisi di questi momenti espositivi per mettere a fuoco l’attualità della ricerca di Carla Accardi e il suo rapporto con le pratiche artistiche contemporanee, nonché di riflettere sulla genealogia come prospettiva teorica di indagine femminista. Una prospettiva che vaporizza la narrazione lineare e consequenziale di fatti, eventi, definizioni.

Lara Conte insegna Storia dell’arte contemporanea all’Università Roma Tre. Con Cecilia Canziani e Paola Ugolini ha curato la mostra Io dico io / I say I (Galleria Nazionale, Roma, 2021). Fa parte del gruppo di ricerca PRIN 2020 - La fotografia femminista italiana. Politiche identitarie e strategie di genere.


Giorgia Gastaldon
“Penso che l’astrazione sia stata favorevole per me in quanto donna”: strategie femministe nella pittura astratta degli anni Settanta di Carla Accardi

Carla Accardi ha optato per la pittura astratta fin dall’inizio della sua carriera affermando che questa dimensione le era sempre sembrata più favorevole alle artiste donne, in primis per l’assenza di elementi iconografici, tradizionalmente dedicati a imprese maschili. Negli anni Settanta l’artista fu impegnata nel femminismo e al contempo lavorò alle serie dei Trasparenti e dei Lenzuoli, qui interpretate alla luce di un possibile collegamento ideativo e operativo con le sue idee militanti.

Giorgia Gastaldon è ricercatrice in Storia dell’arte contemporanea all’Università dell’Insubria e curatrice scientifica del progetto Italian Council Now we have seen. Women and Art in the Seventies in Italy della Bibliotheca Hertziana di Roma.


Elena di Raddo
L’arte astratta è maschile o femminile? Qualche riflessione

L’intervento cercherà di rispondere al perché l’arte astratta realizzata dalle donne, tranne poche eccezioni, è rimasta tanto a lungo ai margini della storia dell’arte. Gli anni del femminismo hanno contribuito a far emergere dall’oblio molte protagoniste dell’arte, ma non hanno favorito quelle artiste che scelsero l’astrazione. Così questo linguaggio artistico è stato, più di altri, a lungo associato nei manuali di storia dell’arte e nelle mostre storiche a protagonisti uomini. Le motivazioni sono di carattere storico, ma anche teorico-formale.

Elena Di Raddo insegna Storia dell’Arte Contemporanea all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e di Brescia. Tra le sue pubblicazioni: Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000 (Antiga 2022); Con Bianca Trevisan, Astratte. Nuove ricerche sull’astrazione delle donne tra avanguardia e neoavanguardia in Italia (Electa, 2023).


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