Nel suo complesso, l’opera si presenta come un "manifesto dei manifesti", che l’artista definisce una sorta di call to action contemporanea, nella quale il significato politico è verificato alla luce di una componente performativa.
Frutto, in molti casi, di una rabbia o di una vitalità giovanili, i manifesti del Novecento non solo esprimono il desiderio dei loro autori di cambiare il mondo attraverso l’arte, ma si fanno interpreti della voce di un’intera generazione.
Esplorando la potenza e l’urgenza di queste affermazioni - espresse con passione e convinzione dagli artisti di epoche diverse - Manifesto si chiede se le parole e sentimenti in esse contenute, abbiano retto la prova del tempo.
Hanno ancora un significato universale? E come sono cambiate le dinamiche tra politica, arte e vita vissuta?